“Se esisto è anche perché il 5 maggio del 1945 fu liberato il campo di sterminio di Mauthausen dove mio padre fu deportato.
Al loro arrivo i soldati americani non si aspettavano l’orrore che si parò davanti ai loro occhi: i vivi sopravvissuti avevano l’aspetto di scheletri ricoperti di pelle.
Le SS avevano pensato bene, preso atto che il campo era perso, di far saltare le fogne, supponendo, e a ragione, che ciò avrebbe compromesso la vita di quegli esseri completamente debilitati. Meno testimoni, speravano.
Mio padre contrasse il tifo. Ricordava che un soldato americano sollevandolo con una sola mano lo caricò su una jeep, poi giorni tra la vita e la morte senza conoscenza.
Le cure in un ospedale e la sua fortissima tempra lo salvarono.
5 maggio 2019. Mi sento di rammentare a chi mi legge l’orrore che non deve essere dimenticato.
Grazie per l’attenzione.”
“If I exist it’s because on May 5, 1945 the concentration camp of Mathausen, where my father was deported, was freed.
Upon their arrival American soldiers did not expect the horror that they witnessed: the survivors looked like skeletons covered in skin.
The SS guards took precaution: once they found out the camp had been taken, they blew up the sewers, thinking that this would compromise the lives of the completely debilitated beings still alive. Less witnesses they hoped.
My father contracted typhoid. He remembered that an American soldier, lifting him with a single hand, loaded him onto a jeep, unconscious days between life and death followed.
Hospital care and his strong temperament saved him.
May 5, 2019. I feel the need to call to mind for whoever reads this the horror that must not be forgotten.
Thank you for your attention.”